Ricordare Lori vuol dire ricordare la casa di Lori e Attilio, un luogo dove ogni nuova conoscenza era benvenuta. Lori è stata una donna eccezionale, di rara intelligenza, sensibile, materna, accogliente. Ha affrontato le prove più dure, come la malattia di Attilio, con una straordinaria forza d’animo. La ricordiamo con il volto benevolo delle Eumenidi, come una persona che trasmetteva a tutti gli amici, a tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscere lei e Attilio, a tutte le persone che l’hanno amata, una pienezza di vita, un’energia creativa inesauribile che si esprimeva in mille modi: nella cura e nell’attenzione verso i nipoti Duccio e Susanna, gli amatissimi Allegra, Iacopo e Gianandrea, verso gli amici; nella cura delle sue piante; nel preparare le cene, le sue crostate; nella sua attività fondamentale di redattrice di Barbablù, la casa editrice mediante la quale, con Attilio, ha tessuto una rete fittissima e armoniosa di relazioni. Ci ha trasmesso questa apertura, questa curiosità illimitata verso il mondo, verso gli altri. Ci ha sempre comunicato un senso di generosità, di disponibilità e di bontà, che in lei si manifestava anche in tutto quello che riusciva a fare con le mani: i cuscini, le borse, i maglioni, i mostri di pasta di sale. Ha detto Giovanna Baranelli che «con lei, con la sua morte, si chiude un mondo», ma la parca che ha reciso quel filo, il filo delle sua splendida e piena esistenza, non deve recidere in noi la memoria, il suo volto, la riconoscenza illimitata nei suoi confronti per tutto quello che ha fatto per noi, la comunità che Lori e Attilio sono riusciti a creare. Noi amici qui presenti siamo in relazione reciproca in questo momento attraverso di loro e spesso ci siamo conosciuti grazie alla loro generosità, alla convivialità, alla loro sincera e affettuosa ospitalità.
[parole di Renato Pennisi alla cerimonia funebre di Loredana Montomoli Lolini, San Rocco a Pilli (Siena), 16 settembre 2023]