
Adriano Spatola: molarità nella letteratura del ‘900
che si svolgerà il 18 maggio 2022 a Siena (in modalità mista se necessario), con interventi degli studiosi, una mostra dei materiali dell’autore e un momento performativo dal vivo.
Studenti/studentesse, dottorandi/e e giovani ricercatori/ricercatrici sono cordialmente invitati a partecipare con un intervento originale e inedito. Gli invitati sono chiamati a produrre una sinossi del loro saggio della lunghezza di 1 cartella (1800 battute spazi inclusi) e una nota bio/bibliografica. L’invio della sinossi deve essere effettuato entro e non oltre il 14 marzo 2022 all’indirizzo email convegnospatola@gmail.com. Ogni elaborato verrà valutato dagli organizzatori, e l’invio delle valutazioni alle autrici/agli autori avverrà per email entro il 4 aprile 2022.
Il contributo vincitore sarà incluso nella pubblicazione degli Atti della Giornata, insieme ai saggi dei critici invitati come specialisti del Convegno, e sarà esposto dall’autore come intervento conclusivo della giornata.
Comitato organizzativo
Daniele Poletti ([dia•foria)
Giovanni Fontana (curatore dell’opera spatoliana)
Marcello Sessa (Università degli Studi di Pisa)
Luca Lenzini (Università degli Studi di Siena)
Niccolò Scaffai (Università degli Studi di Siena)
Collettivo LALS
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Per ulteriori informazioni:
email: collettivolals@gmail.com
Instagram: @collettivolals
Facebook: @collettivolals
Intellettuale multidisciplinare, nonché animatore delle maggiori esperienze di “sperimentazioneletteraria” negli anni ’70 e ’80, Spatola ha però sempre intrapreso una via personale e mai dicompromesso, rifiutando qualsiasi tipo di status-quo, pur rimanendo in osservazione e in ascolto dinuove proposte, tendenze e conoscenze. La personalità dell’autore non va limitata, dunque, adargomento in appendice a quelle esperienze coeve di scrittura confinanti tra oralità e/o artefigurativa. La figura di Adriano Spatola, infatti, si intesse indissolubilmente di relazioni artistiche,tanto quanto la sua teoria letteraria è pervasa di radici profondamente filosofiche: ancora oggi tuttiaspetti che attendono di essere indagati. A tal proposito, l’opera dell’autore va intesa nella suaunitarietà e unicità all’interno del panorama culturale italiano e internazionale.
La nuova prospettiva critica, che qui si intende inaugurare, accoglie ben volentieri uno sguardopuntuale e monografico sulla personale posizione di Spatola all’interno delle dinamiche del suotempo. Dinamiche che allora, come oggi, richiedevano allineamenti, posizionamenti, scelte più omeno radicali e politiche, all’interno di un panorama che l’autore in primis intendeva scuotere, senon sovvertire.
Lo studio di manoscritti, riviste, opere verbo-visive, sceniche e orali, richiede tutt’oggi unapprofondimento critico e filologico che riesca, non a inserire Adriano Spatola all’interno di un paesaggio, ma a farlo emergere come attore imprescindibile del suo tempo.
A partire dalle esperienze degli anni ’60, il lavoro di contaminazione, destrutturazione e ricostruzione della pratica scrittoria, che Spatola sviluppa programmaticamente e la metamorfosi oggettiva della sua esperienza poetica in scena e azione, vanno intese all’interno di un percorso unitario di progressiva unicità, alla luce della sua teoria letteraria. In questo senso, l’occupazione del campo letterario predilige e propugna un’attività che sia poetica in senso totale. Si ritiene perciò fondamentale anche l’indagine del percorso editoriale ed esoeditoriale degli anni ’70, che Spatola ha portato avanti, non solo come penna all’interno di importanti riviste («Il Verri»), ma anche come inesausto fondatore di relazioni ed esperienze, che videro la nascita di «Malebolge», «Quindici», «Tam Tam», «Baobab», «Cervo Volante» e «Geiger», corrispondenti ognuna a un periodo e un’intensificazione teorica e pratica tutta da analizzare e approfondire.
Se il nome di Adriano Spatola è difatti strettamente connesso alle confortevoli targhette di “poesia sonora”, “poesia concreta” e “poesia sperimentale”, queste categorie andranno indagate non solo come espressioni ipermediali di una reazione ideologica, ma come occasione per ricostruire un importante reticolato che, proprio attorno alla figura dell’autore, vincolava indissolubilmente la poesia italiana alle maggiori innovazioni internazionali e non solo letterarie (Fluxus in primis). In questo senso, non va dimenticata la collocazione dell’autore anche
all’interno di esperienze che, in Linea Sud e il Gruppo 58 ad esempio, concretizzarono l’indissolubile rapporto tra arte figurativa e poesia, nella ricerca pratica e teorica di una nuova lingua, che ancora oggi parla e necessita di essere riconosciuta come contributo vivo alla nostra
storia letteraria.
La casa editrice [dia•foria ha cominciato nel 2020 la ripubblicazione di tutte le opere letterarie di Adriano Spatola, lungamente introvabili e perciò invisibili alle possibilità di studio e di fruizione. A distanza di due anni dalla pubblicazione di Opera (libro che raccoglie tutto il lavoro poetico spatoliano) e con la riedizione del romanzo L’Oblò, oggi finalmente è possibile dare il via a uno studio programmatico del lavoro e della figura di Spatola.
Si suggeriscono qui alcuni spunti d’indagine:
· il romanzo sperimentale (L’Oblò) in rapporto agli altri “antiromanzi” del periodo;
· posizionamento di Spatola all’interno del canone letterario;
· rapporti e intersezioni con la Neoavanguardia, Gruppo 63, côté Emilio Villa;
· il lavoro editoriale di Adriano Spatola;
· transito della “poesia totale” nella contemporaneità;
· raffronti performativi: Adriano Spatola, Giovanni Fontana, Luigi Pasotelli, Arrigo Lora-Totino, Bernard Heidsieck, Julien Blaine, ecc.