Victor fu assassinato nello stadio nazionale di Santiago del Cile nei giorni immediatamente successivi al golpe fascista di Augusto Pinochet che distrusse, con i carri armati, i bombardamenti, l’aiuto fondamentale degli USA e della CIA e un terribile apparato repressivo, la grande esperienza del governo di Unidad Popular del Presidente Salvador Allende.
Le indagini sull’assassinio di Victor Jara sono chiuse: sarà sottoposto a giudizio soltanto il colonnello a riposo Mario Manríquez Bravo.
Contro questa decisione la Fondazione Victor Jara, guidata dalla moglie di Victor, Joan, ha lanciato un appello che ha già riscosso moltissime adesioni, in Cile e nel mondo. Lo scorso lunedì, a Santiago, si è svolta una manifestazione in appoggio a questa protesta. Pubblichiamo l’appello e gli indirizzi web a cui mandare l’adesione.
Appello «Giustizia per Victor Jara, giustizia per il Cile»
Fondazione Victor Jara: fund.victorjara@gmail.com
Noi firmatari esprimiamo il nostro rifiuto e la nostra indignazione per la chiusura dell’inchiesta investigativa sull’assassinio di Victor Jara.
Riteniamo che l’aver chiuso le indagini è un ulteriore precedente perché si consolidi l’impunità rispetto ai crimini commessi nel ex Stadio Cile di Santiago, è la conferma dell’impunità che il potere giudiziario impone nel caso delle vittime del terrorismo di stato. Questo ancora di più nel caso dello Stadio Cile, luogo sotto il controllo militare durante i giorni in cui si commisero gli omicidi. Le informazioni stanno nelle Forze armate ed è giunto il momento di cedere, dopo 35 anni di silenzio e di impunità che ancora avvolgono (la verità).
Di fronte a questa inaccettabile decisione del giudice, chiediamo l’immediata riapertura delle indagini in questo caso così simbolico per il Cile e per il mondo. Victor Jara rappresenta il meglio del nostro paese, della sua cultura e dell’identità popolare, e la sua figura è un simbolo, nel mondo intero, delle offese e dei crimini commessi dalla dittatura militare in Cile e nel resto dell’America Latina negli anni 70-80.
Oggi più che mai dobbiamo alzare la nostra voce per respingere questo atto vergognoso della giustizia cilena. Oggi sono la cittadinanza e le organizzazioni culturali, sociali, sindacali e politici a doversi pronunciare: la realizzazione dell’impunità espone le nostre future generazioni al rischio di rivivere l’orrore e la brutalità del periodo più nero della nostra storia.
Invitiamo artisti, lavoratori, studenti, giovani, tutti coloro che lottano per i diritti umani e tutte le organizzazioni del nostro paese ad aderire a questo appello «Non più impunità!».