
«I dannati attribuiscono alle mogli la causa della loro perdizione. Una scusa o la verità? Per scoprirlo, all’inferno si decide di mandare sulla terra un diavolo. Il malcapitato scelto per sperimentare la condizione del matrimonio è Belfagor arcidiavolo, che scoprirà le gioie e soprattutto i dolori dell’amore…». In questo modo, dal paratesto nella quarta di copertina, ci viene presentata la Favola di Belfagor di Niccolò Machiavelli, a cura di Pasquale Stoppelli. Il libro, uscito per Mondadori nel marzo 2021 e composto da poco più di un centinaio di pagine, va a unirsi alla Mandragola (2016, sempre a cura di Pasquale Stoppelli) e al Principe (1986, curato da Tommaso Albarani e con un saggio di Vittore Branca) nella collana «Oscar Classici». Della Favola Stoppelli si occupa da diverso tempo, tramite molteplici interventi e una importante monografia uscita nel 2007.1
Ciò che appare evidente, fin dalle prime pagine, è la sapiente fusione, da parte del curatore, di un contenuto specialistico con una forma accessibile e scorrevole. Il risultato finale che il lettore si trova fra le mani è un’edizione accurata e preziosa di uno dei testi forse meno conosciuti di Machiavelli, ma in grado di interessare sia il circolo degli studiosi sia il largo pubblico.
Il libro è suddiviso in quattro sezioni. Nell’ampia parte introduttiva (Introduzione, Nota ai testi, Cronologia di Niccolò Machiavelli e Nota bibliografica), Stoppelli espone attentamente la vicenda – intra ed extra diegetica – della Favola. Attraverso nove capitoli brevi ma efficaci, il curatore sfrutta un approccio metodologico solido e mai superficiale per esporre al lettore tutte le informazioni di cui necessita per l’approccio al testo: tramite una ricostruzione storica, filologica e critica e grazie al supporto di documenti e di strumenti informatici (verso i quali Stoppelli si è ampiamente orientato negli ultimi anni), il testo viene spiegato e commentato in ogni aspetto. Dopo un dovuto approfondimento sulla natura della vicenda narrata, Stoppelli quindi si sofferma attentamente sull’origine della fabula, riportando le osservazioni relative a un possibile plagio da parte di Giovanni Brevio (XV – XVI sec.). Dopo averne dimostrato l’impossibilità, il curatore ragiona dunque sulle possibili alternative relative al soggetto della Favola:
La seconda sezione del libro, ovvero quella dedicata al testo della Favola, si compone complessivamente di una decina di pagine. Anche qui risulta subito evidente come il peritesto – ovvero, in questo caso, le note di commento a piè di pagina – non prevarichi il testo, mantenendo la sua funzione di supporto al lettore senza mai “soffocarlo”. Le note, chiare e precise, hanno talvolta valore di glossa linguistica (come obbligato: “sottoposto”), mentre in altri casi indicano riferimenti intertestuali interni all’opera stessa di Machiavelli, o esterni.
Estremamente preziosa risulta poi la terza sezione, quella dedicata ai Documenti. Vengono infatti riportati in questo spazio cinque elementi testuali che Stoppelli cita come esempi o evidenze nell’Introduzione. Gli autori riportati sono, in ordine: Giacomo di Vitry (con due exempla), Pietro di Limoges e i già nominati Jean Le Fèvre e Giovanni Brevio. Il curatore sceglie però, giustamente, di presentare prima questi autori attraverso una breve nota biografica, per poi citare i brani prima in lingua originale e successivamente in traduzione. Tramite questa semplice accortezza, il lettore, se interessato, può approfondire personalmente ciò che Stoppelli sostiene nell’Introduzione.
A chiudere il libro – contenuto nella lunghezza ma, va sottolineato, completo e ricco di materiale informativo – vi è infine un testo anonimo fiorentino di fine Quattrocento, ovvero la Storia di uno spirito in una fanciulla (il cui codice si trova nel fondo Antinori della Laurenziana),2 a proposito del quale Stoppelli segnala che l’unica edizione è apparsa nel 2016 sulla rivista online «Arnovit. Archivio novellistico italiano dal Novellino a Basile».3 Dando in appena due pagine una perfetta collocazione e descrizione al testo, il curatore aggiunge in chiusura:
1 P. Stoppelli, Machiavelli e la novella di Belfagor. Saggio di filologia attributiva, Roma, Salerno, 2007.
2 Ms. 130.
3 Diavoli, esorcismi e possessioni: una storia inedita del secondo Quattrocento (ms. Antinori 130), a cura di Angela Maria Iacopino, in «Arnovit», 1, 2016.