Gugolev sembra voler proporre una nuova filosofia di vita, o meglio una fisiologia di vita lontana da pretese ideologiche, utopie, astrazioni. È pronto a fare di sé un edonista post-sovietico, come suggerisce lo scrittore Aleksander Baraš. E se in un primo periodo della sua poetica il cibo costituiva il veicolo privilegiato del nutrimento spirituale, nella raccolta dalla quale sono tratte le due poesie qui presentate, Командировочные предписания (Istruzioni per viaggi d’affari), il viaggio, l’appropriazione dello spazio diventano il pretesto alla riflessione dell’io lirico o di una molteplicità di personaggi. Assimilando la lezione dei concettualisti russi, Gugolev riproduce il quotidiano nella sua essenza linguistica, con efficace mimetismo impasta il brusio anonimo, dei compagni “d’avventura”, di un soldato appena tornato dalla Cecenia, fino a modellarlo in prosodia e rime. Inoltre i personaggi acquistano di volta in volta individualità e originalità per mezzo di un humour arguto fatto di rimandi e citazioni letterarie, come anche di doppi sensi presi in prestito dal lessico quotidiano e gergale. È varia e sincretica la tradizione da cui l’autore trae i suoi modelli. Particolarmente evidente nel testo Per un anno un soldato non ha visto i suoi cari è il richiamo al folclore russo, dove infatti è presente l’andamento tipico delle ballate e delle canzoni popolari. Potremmo infine immaginare i suoi versi come un vettore viscerale che percorre in modo onnivoro il corpo della lingua e della tradizione.
Presentando qui una selezione delle sue poesie, già pubblicate in «Semicerchio» XLI, 2/ 2009, intendiamo aggiungere un nuovo tassello utile alla ricostruzione del panorama poetico nella Russia contemporanea.
Nota biografica
Julij Gugolev è nato a Mosca nel 1964. Ha esordito con la rivista samizdat «Mitin Žurnal» per poi pubblicare nelle riviste «Junost’», «Znamja», «Oktjabr’», «Kritičeskaja Massa». Sono uscite tre raccolte di versi, Opere complete del 2000,1 Istruzioni per viaggi d’affari (2006) e Selezione naturale (2010); sue sono anche traduzioni di poeti anglofoni e svedesi contemporanei.
Целый год солдат не видал родни. Целый год письма не писал из Чечни. Почему? Недолюбливал писем. А придя домой, он приветствовал мать. Поприветствовав мать, принялся выпивать. Алкогольно он был зависим. А и пил солдат десять дней подряд Был ещё солдат кой-чему не рад, Начал тут солдат на друга роптать, Друг-приятель твой, закадычный друг И не зная, как ему дальше жить, — Встал солдат в слезах и сказал в ответ: А ему друзья говорят в ответ: Тут созвал солдат мать, друзей, родню: И пошёл солдат прямо на Кавказ. |
Per un anno un soldato non ha visto i suoi cari. Né ha mandato notizie dalla Cecenia. Perché? A scrivere lettere non è portato. Ma al suo ritorno ha salutato la madre e dopo averla salutata, ha preso a bere. Da tempo era un alcolizzato. Il soldato ha bevuto dieci giorni di fila Eppure il soldato non era contento A quel punto il soldato ha borbottato, Già da un anno esatto, e non sapendo come andare avanti Il soldato s’è alzato e in lacrime ha detto: E gli amici in risposta gli hanno detto: Allora il soldato ha riunito la madre, gli amici, i cari: Il soldato è andato nel Caucaso di filato |
Исповедь
I. “— Ну, так что мы будем с вами делать?! — Дайте, я скажу, как было дело, — выпала мне вдруг командировка, — Дело было нынешней весной. Был ли мой порыв богоугоден? одного из сказочных старшин Видно, пастырь знал своих овец. II. Подозвал. Пошёл я, спотыкаясь “Mea culpa! Извиняюсь, — каюсь! Мало того, есть ещё условия, Коль не прекратим собой являть Сроки ж настают! Уже борьба вот что многих занимает нынче! Кровь Христова и Христово тело!..” “— Ну, так что мы будем с вами делать?! — |
La confessione
I. “Ebbene, che dobbiamo fare con Lei?!” Lasciate che vi racconti cos’è successo, mi hanno assegnato un viaggio di lavoro, Il fatto s’è svolto la primavera scorsa. Ha gradito il Signore il mio entusiasmo? il santo padre assomigliava È evidente che il pastore conosceva il suo gregge. II. Mi ha chiamato. Mi sono avviato, “Mea culpa! Chiedo perdono, mi pento! Ciò detto, pongo altre condizioni, Se non cesseremo di mostrare L’ora s’avvicina! La battaglia ecco le occupazioni di molti oggigiorno! Il corpo e il sangue di Cristo…” “Allora, che dobbiamo fare con Lei?!” |
1 Il titolo “Полное. Собрание сочинений”è un calembour che gioca, tramite l’aggiunta del punto, sulla polisemia della parola “полный”, “completo”, che può anche intendersi come “pieno” in senso fisico. Per altre informazioni cfr. la pagina dedicata a Gugolev su Litkarta.ru
2 Citazione da un famoso canto popolare russo “Степь да степь кругом” (“Solo la steppa tutt’intorno”), che riecheggia attraverso rimandi più o meno espliciti in tutto il testo.