
Corpo usato come una lavagna
Corpo usato come una lavagna.
Più mani di boia hanno torturato e marchiato
Finirlo ruotando il suo volto sfigurato su se stesso fino a
spezzargli il collo
Ossa rotte denti spezzati tumefazioni ovunque
Cadaver sepulchrum extra non habens
Qualcuno ha tracciato alcune lettere sul suo corpo
Cinque i denti fratturati
Rotte anche le due scapole, l’omero destro, il polso, le dita
delle due mani e dei due piedi
Con entrambi i peroni ridotti in poltiglia:
Corpo
(Lo definirei martoriato)
Per poi scagliarlo ripetutamente a terra o contro muri
Ma il suo corpo parla
Regeni
(La Repubblica, 08-09-16)
– Ma il ragazzo ucciso era cacciatore: non mi tocca.
Emanuele è morto perché era un cacciatore.
– Usque abutere…?
Madre muta ma vede muettes mamans :
Ma non ci sarà mai scampo
(Alatri, 29-03-17)
Quale differenza fa?
Un altro padre:
Tous les jours pour moi c’est un combat de boxe.
I genitori non condividevano
Giovani dalla droga all’inedia
Entrambi morenti in una pozza di sangue
Inutili gli sforzi dei soccorritori
I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
Quasi in un’assurda tragedia
L’appuntato:
Colpi contundenti combinati
con forza poco comune rimarchevole
compatibile con pratica macellatoria
come confermano pure i tagli ai polsi della donna
convalido e mi firmo in fondo
Una lontana parente:
Mamma mia oddio Madonna santa
Com’è possibile, non dico tra parenti ma
cristïani, ma umana gente,
ma poi così tranquilla educata tanto
Non come lui già
I vicini:
Ma che famiglia, che dici?
Lui pareva un visitatore
di carcere annoiato, blasé…
Annoiato furibondo, controvoglia e si vedeva.
Lei sempre
garbata – educata sì…
Lui ormai ridotto male, truce, scontroso
pieno di pillole, invecchiato.
In dormiveglia perpetua diresti
in dormiveglia
agitata
angosciata…
Che bestiata!
Sul divano, la moglie accasciata davanti.
Però non se l’aspettava nessuno.
No, non era più una famiglia, quella.
Oddio madonna santa!
Oddio proprio qua doveva succedere ’sto macello! Ma… (Brusio dalla strada giù)
Un coinquilino:
Non ho visto, poco ho sentito, stavo quasi
dormendo. Sembrava un tubare di piccoli piccioni
spaventati, poi un tonfo e silenzio.
Scricchiolò la scala,
batté il portone appena.
Il pomeriggio noioso più confinato del solito
e poi invece che pena!
L’imputato:
La chiamavo mammalucca
Era moglie del bacucco
di mio padre che l’età
non fingeva più papà
Epperò l’ho trucidato
e poi a lei ho tagliato
i due polsi: messinscena
da thriller della mia vena
Se lo rifarei? hai voglia!
La mia vita è una foglia
Un altro ancora:
Dice L’ho uccisa perché mi urtava i nervi,
Mi sono sentito che se non c’entrassi.
Forse una voce da sotto lo incitava
Lui dice ma non sa spiegare perché
Anche un’altra volta l’aveva aggredita
Ma poi lasciata – c’era gente a guardare.
Dice L’ho uccisa perché ma poi singhiozza
(in un suo video di 45 secondi).
Dice: Moriremo lentamente tutti quanti
nella storia, più nessuno che pensi agli afgani.
Vedo l’unica guida turistica, donna
azâra – di nome Fatima –, gli occhi, una fiamma.
Vedo il panico totale all’aeroporto
Hamid Karzai; ma prima i nostri partono.
Vedo una merla sulla sbarra rotonda
della balaustra, arruffata dal vento
brusco che ci sorprende nei comodi rifugi
(stava per scivolare, si riprende
e tenta il volo). Questa pietà vergognosa
è la nostra vita, più vana o crudele che schifosa.
Dice:
Ho preso il pollice freddo di mia moglie per ricuperare le foto dal suo telefono però non si è sbloccato. – Rabbia repressa, non solo sua. – Il giornalista tace. Compassione silenziosa o imbarazzo. – (Ora si arruola per vendicarla). – Quando finirà il martirio? Rileggi bene: parla Serhiy Perebynis, il padre della famiglia uccisa sul ponte di Irpin: “Ho preso il pollice freddo di mia moglie per recuperare le foto del suo telefono, però non si è sbloccato. Funziona solo con le persone vive” (20 marzo 2022). – Volevo conservare qualche foto, dice. – Oppresso nella rabbia repressa. Ora si arruola per vendicarli.
Il poeta da distante compatisce, vede le immagini sul Net. Ha la lingua depressa, non sa come scrivere. Si sente oppresso. E a che servono le parole, in tempi di guerra cyber skipper? Ma è sempre l’antico buffone, quindi canta:
Se non riesci a dormire
nella tua camera calma
è perché tanti ucraini
che si aspettavano l’alma
Europa a fianco, per dire
basta alla guerra alle armi
restano soli e meschini
con il coraggio dei baldi.
L’orco orso russo non cessa
e gli ucraini ci pressano
se non per intervenire
di rispettarne le salme.
Deboli siamo bambini
ebeti più che codardi.
Questa è follia ferina:
non si sa più cosa fare:
questa è follia puttina,
non si sa più dove stare.
Chto dielat’? Qui dit mieux ? – Rien ne va plus.