Un ricordo di Robert Paris
1937-2020
Antonio Bechelloni

da sinistra: Paolo Durio, Robert Paris, Cesare Pianciola, Luca Baranelli – Torino, ca. 1966

Abbiamo appreso con tristezza la notizia della scomparsa di Robert Paris avvenuta a Arras (Pas-de-Calais) il 24 settembre scorso. Aveva insegnato molti anni all’École des hautes études en sciences sociales (EHESS) di Parigi.

Paris ha avuto un percorso di ricercatore – all’incrocio di varie discipline – originale e atipico. Il suo primo contatto con la cultura italiana risale a una tesi di laurea su Giambattista Vico condotta sotto la guida di Georges Canguilhem. Sono venuti poi i suoi interessi per il fascismo, attestati da due testi degli anni sessanta, l’uno e l’altro tradotti in italiano, sulle origini del fascismo così come per l’emigrazione e l’esilio politico-intellettuale italiano, comme attesta la sua pioneristica Italia fuori d’Italia nella Storia d’Italia Einaudi diretta da Corrado Vivanti e Ruggiero Romano. Spirito curioso e poliglotta, i suoi interessi per la politica e la cultura italiana si sono incrociati con un interesse per la storia e la cultura latino-americana. Una sua tesi di dottorato sull’intellettuale peruviano José Carlos Mariátegui, che aveva conosciuto e apprezzato tanto Antonio Gramsci quanto Piero Gobetti è stata l’occasione di un ponte tra l’universo intellettual-politico italiano e quello latinoamericano. Nel 1972 aveva curato per Einaudi di Mariátegui Sette saggi sulla realtà peruviana e altri saggi politici.

Un lavoro di grande impegno che ha occupato molti anni della vita intellettuale di Robert è stata anche la traduzione integrale dei Quaderni del carcere di Gramsci da lui diretta e curata con grande acribia e orginalità, come attesta la ricchezza dell’apparato critico di note, così come la sua introduzione di grande respiro all’ultimo dei cinque volumi usciti nella prestigiosa «Bibliothèque de philosophie» di Gallimard. Per quanto riguarda l’America latina, infine, oltre agli scritti relativi a Mariátegui e al suo universo, negli ultimi anni della sua vita attiva stava lavorando a un Dictionnaire biographique du mouvement ouvrier d’Amérique latine.

Spirito ribelle, scontroso e di non sempre facile approccio, Robert sapeva però tessere solide e durature amicizie e molti, nell’ambito della ricerca storica e filosofica in Italia, lo ricordano con affetto.